A cura di: Dott. Antonio Corrado
Medico Pneumologo esperto dei Disturbi Respiratori Sonno Correlati
La forma più frequente tra i disturbi respiratori del sonno è la sindrome da apnea ostruttiva notturna; in Italia si stima che oltre 1.600.000 persone risultino affetti da questa sindrome, con una prevalenza maggiore per il sesso maschile ed in sovrappeso.
Questa sindrome provoca episodi ripetuti di ostruzione completa (Apnea) o incompleta (Ipoapnee) delle vie aeree superiori durante il sonno associati a transitori fenomeni di desaturazione (riduzione della concentrazione dell’ossigeno nel sangue) e frequenti risvegli, che interrompono il sonno, e sono spesso associati al bisogno di urinare. I sintomi che la caratterizzano sono russamento notturno abituale e persistente, pause respiratorie notturne ed eccessiva sonnolenza diurna.
Cosa comportano le apnee
La sindrome delle apnee ostruttive (OSAS) è associata ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, metaboliche (diabete mellito tipo II), cerebrali (attacchi ischemici) e di ipertensione arteriosa. A causa della ipersonnolenza diurna, i pazienti con OSAS presentano un rischio di incidenti stradali e sul lavoro maggiore rispetto alla popolazione generale.
È dunque, importante identificare tale sindrome per tempo, per trovare la giusta terapia da seguire e migliorare la propria qualità di vita
Come identificare la sindrome
Identificare la sindrome delle apnee notturne è possibile tramite colloquio con il proprio medico di base o lo specialista pneumologo riferendo i sintomi, come ad esempio russamento notturno, pause respiratorie durante il sonno, stanchezza e sonnolenza diurna, variazioni del tono dell’ umore, difficoltà a concentrarsi e perdita della memoria. La sintomatologia riferita fa sospettare la sindrome ma la diagnosi viene posta ricorrendo ad un esame denominato “polisonnografia”.
La polisonnografia è un esame completo che consente la registrazione simultanea e continua dell’Elettroencefalogramma, Elettrooculogramma, Elettromiografia di superficie dei muscoli sottomandibolari, dei movimenti del torace e dell’addome, del flusso dell’aria al naso e alla bocca, della saturazione dell’ossigeno (SaO2) e dell’ECG. È così possibile documentare la comparsa degli episodi di apnea, valutarne la durata e la frequenza, localizzarli nelle varie fasi del sonno, distinguerne il tipo (ad esempio ostruttive o centrali), documentare la presenza di eventuali aritmie cardiache e gli episodi di ipossiemia (diminuzione dell’ossigeno nel sangue).
La terapia da seguire
La terapia farmacologica, ha prodotto risultati scoraggianti.
La terapia chirurgica, invece, è praticata solo in quei casi nei quali sono stati individuati i fattori causali di ostruzione delle alte vie aeree.
In assenza di fattori causali risolvibili con provvedimenti di tipo specifico, la terapia suggerita è l’applicazione di un dispositivo elettromedicale denominato CPAP (acronimo inglese di Continuous Positive Airway Pressure, ovvero erogazione di una pressione positiva continua durante respiro spontaneo). Il dispositivo CPAP è un efficace trattamento per l’OSAS, poiché produce una pressione positiva all’ interno delle vie aeree che si oppone al loro collasso durante il sonno. Eroga dell’aria ad una pressione impostata dal medico attraverso l’utilizzo di una maschera (nasale o oro-nasale).
Il dispositivo CPAP è, in genere, ben tollerato dalla maggioranza dei pazienti poiché determina un miglioramento, sia nei sintomi sia nelle complicanze indotte dall’ OSAS, ed è in grado di ripristinare il normale decorso del sonno. Inoltre, è buona pratica per il paziente seguire un corretto stile di vita, dunque smettere di fumare, seguire una dieta sana e bilanciata per prevenire l’obesità, evitare alcolici prima di coricarsi, e mantenere una buona igiene del sonno.
Il Follow-up
Il follow-up, ovvero il controllo periodico, è raccomandato ad intervalli regolari in pazienti in trattamento con CPAP per verificare la loro conformità al trattamento, riconoscere e far fronte ad eventuali complicanze che possono insorgere e verificare il buon funzionamento dell’apparecchiatura stessa.
Annualmente è, invece, consigliato ripetere un esame polisonnografico.